È partito un nuovo progetto Ue, sotto la guida scientifica dell'ENEA: PEFMED. L'obiettivo è rendere l'industria agroalimentare più ecosostenibile.
Immagine di pubblico dominio |
Il progetto applicherà, in via sperimentale, la metodologia "Product Environmental Footprint", elaborata dalla Commissione europea, integrandola con indicatori di tipo territoriale e socio-economico. Il tutto per misurare l'impatto ambientale di un campione di circa 100 imprese, localizzate in nove distretti territoriali europei.
Per l'Italia, sono state scelte Puglia e Lombardia. Il metodo prende in considerazione gli impatti di un prodotto durante tutto il suo ciclo di vita, a partire dalla coltivazione delle materie prime, passando per la lavorazione, il trasporto e l'uso, fino ad arrivare allo smaltimento e al riciclaggio.
ENEA lavorerà al fianco della Federalimentare, cui è affidato il coordinamento delle iniziative delle sei maggiori federazioni internazionali del settore agroindustria. Solo in Italia, questo comparto ha un giro di affari di 130 miliardi di euro, l'8 % del PIL nazionale, e coinvolge circa 7mila aziende.
"Con questo progetto, contribuiremo a rendere il mercato dell'agroindustria europeo più green, innovativo e trasparente, grazie ad una certificazione ambientale unica, che punta da una parte ad agevolare la commercializzazione di prodotti verdi in Europa, e dall'altra ad aumentare la fiducia dei consumatori nelle dichiarazioni ambientali che li accompagnano", commenta Caterina Rinaldi, ricercatrice ENEA e coordinatrice del progetto.
"Si tratta di un progetto ambizioso", sottolinea Luigi Scordamaglia, Presidente di Federalimentare. "Oggi, l'industria alimentare, attraverso un'assunzione di responsabilità costante, pone sempre più spesso la sostenibilità al centro delle proprie strategie: valorizzazione delle materie prime, riduzione dei consumi d'acqua, diminuzione dell'impatto energetico, ottimizzazione del packaging, lotta agli sprechi".
Inoltre, dall'analisi degli stress test, sarà possibile ottenere informazioni utili a classificare i prodotti agroalimentari con le performance ambientali migliori, e a incentivare le imprese ad innovare i processi produttivi in chiave green, nel pieno rispetto delle vocazioni agroalimentari dei singoli territori.
Commenti
Posta un commento
Che ne pensi?