Passa ai contenuti principali

Satelliti e Gps per affrontare le future eruzioni vulcaniche nei Campi Flegrei

Una nuova tecnica, firmata Cnr e Ingv, in grado di calcolare il modo in cui il magma profondo risale dal sottosuolo, in tempo reale. Lo studio è stato pubblicato su "Scientific Reports".

Immagine dall'alto dei Campi Flegrei
Immagine di pubblico dominio
I dati acquisiti dai satelliti e dai ricevitori Gps, della rete di sensori presenti nell'area dei Campi Flegrei, servono per monitorare le deformazioni della superficie terrestre e conoscere, in tempo reale, l'andamento del sollevamento del suolo all'interno della caldera.

È la nuova tecnica di monitoraggio messa a punto da un team di ricercatori dell'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente del Cnr (Irea-Cnr), e dell'Osservatorio Vesuviano dell'Ingv (Ov-Ingv), per comprendere meglio i fenomeni di sollevamento avvenuti, in questi ultimi anni, ai Campi Flegrei.

Lo studio è stato pubblicato su "Scientific Reports", e rientra tra le attività di monitoraggio promosse dal Dipartimento nazionale di Protezione Civile (Dpc), e tra quelle svolte nell'ambito del progetto europeo "Med-Suv" (MEDiterranean SUpersite Volcanoes).

"Abbiamo acquisito i dati dai satelliti Cosmo-SkyMed (messi in orbita dall'Agenzia Spaziale Italiana dal 2007), e dai ricevitori Gps della rete di sorveglianza geodetica Ov-Ingv, composta da ben 14 sensori sparsi nell'area dei Campi Flegrei", spiega Susi Pepe, ricercatrice dell'Irea-Cnr.

"In questo modo, è stato possibile studiare le deformazioni, anche millimetriche, della superficie terrestre e conoscere l'andamento del sollevamento del suolo all'interno della caldera in corrispondenza dei ricevitori".

I risultati dello studio sono di grande importanza per l'interpretazione dei dati acquisiti dalle nuove generazioni di satelliti e dalle innovative tecnologie di monitoraggio geofisico ai Campi Flegrei. "Possono fornire uno strumento utile ad affrontare eventuali, future, crisi vulvaniche", conclude Susi Pepe.

La storia dei Campi Flegrei
Negli scorsi millenni, la caldera dei Campi Flegrei ha prodotto eruzioni di dimensioni ciclopiche: 40 mila anni fa quella della "Ignimbrite Campana", e 15 mila anni fa quella del "Tufo Giallo Napoletano". Queste eruzioni hanno fatto crollare la parte superficiale del vulcano per centinaia di metri, formando la struttura attuale.

"Dopo l'ultima eruzione del 1538, che ha prodotto il cratere di Monte Nuovo, il suolo dei Campi Flegrei ha iniziato a sprofondare lentamente per secoli, interrompendosi intorno al 1950, quando l'area ha ripreso a sollevarsi", afferma Luca D'Auria, il ricercatore responsabile della Sala di monitoraggio dell'Osservatorio Vesuviano.

"Questo fenomeno, noto come bradisisma, ha manifestato tutta la sua violenza tra il 1982 e il 1985, periodo in cui il suolo si è sollevato di quasi due metri, con accompagnamento di terremoti, provocando l'evacuazione di migliaia di abitanti della città di Pozzuoli. Nel 2005 il suolo ha ripreso a sollevarsi lentamente, e i terremoti, di bassa magnitudo, sono ricomparsi".

Negli ultimi dieci anni il suolo si è sollevato di quasi 30 cm, tanto che nel dicembre 2012, la Protezione Civile ha innalzato dal verde (quiescenza) al giallo (attenzione) il livello di allerta dei Campi Flegrei, sulla base delle indicazioni della Commissione grandi rischi.

"Riguardo l'origine del bradisisma flegreo", prosegue D'Auria, "la comunità scientifica concorda sul fatto che, tra il 1985 e il 2012, il sollevamento era legato all'immissione di fluidi idrotermali (acqua e gas), all'interno delle rocce della caldera, e al progressivo riscaldamento di quest'ultime."

"Sul più recente episodio, tra il 2012 e il 2013, il fenomeno sarebbe invece da attribuire alla risalita di magma a bassa profondità (circa 3 Km), chwe si inietta nelle rocce del sottosuolo formando uno strato sottile, noto come "sill", cioè un piccolo lago sotterraneo con un raggio di 2-3 Km."

"Il sill era già presente nel sottosuolo, e probabilmente è stato attivo durante le crisi bradisismiche degli scorsi decenni, quando quantità di magma anche dieci volte superiori sono arrivate in questa piccola camera magmatica superficiale".

Il magma all'interno del sill, però, può raffreddarsi rapidamente, rendendolo quindi meno capace di produrre eruzioni esplosive. Questo meccanismo, osservato ai Campi Flegrei, è probabilmente comune ad altre caldere, come Yellowstone negli USA, e Rabaul in Papua Nuova Guinea, e potrebbe spiegare alcuni comportamenti, apparentemente bizzarri, osservati in questi vulcani.

Per tutti questi motivi, la previsione delle eruzioni vulcaniche nelle caldere presenta una maggiore difficoltà rispetto ad altri vulcani. Infatti, la risalita e l'intrusione del magma all'interno del sill potrebbe essere il normale ciclo di vita delle caldere.



Commenti

I post più letti dell'ultimo mese

#WIRE15: 5 minuti per la tua idea

Il Workshop Impresa, Ricerca, Economia organizzato dall'associazione Frascati Scienza Il 21 maggio , presso le Scuderie Aldobrandini di Frascati , al via #WIRE15 : il primo esperimento concreto di incontro tra attori dello sviluppo nel Lazio. È organizzato dall'associazione Frascati Scienza e sostenuto dal Comune di Frascati e da BCC - Banca di Credito Cooperativo di Frascati . #WIRE15 è il primo evento di lancio del decennale della Notte Europea dei Ricercatori 2015 . Un'inaugurazione che promette innovazione, creatività, tecnologia e opportunità per ricercatori e imprese. "#WIRE, nato da un'idea del Presidente di Frascati Scienza Giovanni Mazzitelli, è un progetto ambizioso che ha subito catturato la nostra attenzione" , spiega Pier Romano Ruggeri , Direttore della Banca di Frascati di Credito Cooperativo. "È un incontro tra progettazione e investitori e ha l'obiettivo di ascoltare le necessità delle imprese, condividere le idee della ri...

Atlas: la straordinaria impresa del primo elicottero a propulsione umana

Gli esperti dicevano che era impossibile. Due giovani ingegneri hanno dimostrato il contrario, vincendo anche 250 mila dollari Nel giugno 2013 , Todd Reichert e Cameron Robertson , due ingegneri dell' Università di Toronto , sono riusciti a vincere l' AHS Sikorsky Prize , con un volo da record effettuato sul loro velivolo, Atlas . Le immagini della loro impresa sono emozionanti:                        Il Sikorsky Prize è nato nel 1980 : l'American Helicopter Society, ora AHS International , aveva offerto la somma di 250 mila dollari a chiunque fosse riuscito nell'impresa. Ma qual è questa impresa? Semplice: costruire un elicottero a propulsione umana , in grado di mantenersi in volo stazionario a tre metri di altezza, per almeno 60 secondi . Dati i numerosi tentativi, e gli altrettanto numerosi fallimenti , era ormai ritenuta una cosa impossibile . Finché non sono arrivati Reichert e Roberts...

Torino: una giornata alla scoperta delle neuroscienze

I ricercatori del NICO - Università di Torino vi invitano a visitare i laboratori, in cui conducono ricerca di base su Sclerosi Multipla, Alzheimer e altre malattie del cervello Come comunicano i neuroni? Quando possono rigenerarsi? E che cosa succede se non riescono a farlo? I ricercatori del NICO , Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi , dell' Università di Torino , vi invitano a scoprire le neuroscienze . E, soprattutto, a capire l'importanza della ricerca di base per sconfiggere le malattie neurodegenerative. Spesso, si dimentica che la strada per trovare una terapia, parte inevitabilmente dalla ricerca di base. Infatti, riparare il cervello significa conoscerlo . Per questo i ricercatori del NICO studiano struttura e funzioni del cervello normale, con l'obiettivo di capire come si ammala e come curarlo.

ENEA per EXPO 2015: ricercatori italiani e USA per salvare l'agrobiodiversità

L'ENEA dà l'allarme: i cambiamenti climatici stanno moltiplicando le specie invasive. In Italia danni per un milardo di euro l'anno. https://www.flickr.com/photos/artistica2004/ A EXPO 2015 arriva uno strumento per preservare la biodiversità nel settore agricolo . Che è sempre più minacciata dai cambiamenti climatici , dall'utilizzo intensivo di prodotti chimici e dalla diffusione di specie esotiche invasive . Come la cicalina e la Xylella fastidiosa , che stanno mettendo in pericolo vite e ulivo. La tecnologia è nata da un'alleanza fra ricercatori italiani e statunitensi . Il progetto si chiama GlobalChangeBiology , coordinato dall' ENEA e sviluppato in collaborazione con l' Università californiana di Berkeley e il consorzio scientifico no profit CASAS Global . Il nuovo strumento è stato presentato oggi, 6 maggio 2015 , in occasione del convegno " Un mondo (bio)diverso: l'agrobiodiversità in un mondo che cambia ". Si è svolto a M...

E se il caffè scomparisse?

È la bevanda più amata al mondo . Eppure, il caffè viene considerato una " coltura orfana ", per la poca attenzione che ha ricevuto, fino ad ora, dalla ricerca. https://www.flickr.com/photos/br1dotcom/ Oggi, quasi tutte le varietà di caffè sono totalente indifese davanti all'attacco di parassiti e malattie, all'aumento di temperatura e alle altre minacce che derivano dai cambiamenti climatici. Ora, i ricercatori si stanno mobilitando, per salvarlo prima che sia troppo tardi . A quanto pare, il punto debole del caffè è la sua scarsissima diversità genetica . Nei negozi trovate una selezione di varietà, che evoca mete esotiche e suggestive. Ma la nostra ampia possibilità di scelta nasconde un fatto: il 70 % delle miscele deriva da un'unica specie , la Coffea arabica . Sì, le diverse varietà della pianta, dei metodi di torrefazione e delle zone di coltivazione producono un'eccezionale gamma di gusti. Ma il DNA racconta una storia straordinariamente ...