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ENEA per EXPO 2015: ricercatori italiani e USA per salvare l'agrobiodiversità

L'ENEA dà l'allarme: i cambiamenti climatici stanno moltiplicando le specie invasive. In Italia danni per un milardo di euro l'anno.

Uliveto
https://www.flickr.com/photos/artistica2004/
A EXPO 2015 arriva uno strumento per preservare la biodiversità nel settore agricolo. Che è sempre più minacciata dai cambiamenti climatici, dall'utilizzo intensivo di prodotti chimici e dalla diffusione di specie esotiche invasive. Come la cicalina e la Xylella fastidiosa, che stanno mettendo in pericolo vite e ulivo.

La tecnologia è nata da un'alleanza fra ricercatori italiani e statunitensi. Il progetto si chiama GlobalChangeBiology, coordinato dall'ENEA e sviluppato in collaborazione con l'Università californiana di Berkeley e il consorzio scientifico no profit CASAS Global.

Il nuovo strumento è stato presentato oggi, 6 maggio 2015, in occasione del convegno "Un mondo (bio)diverso: l'agrobiodiversità in un mondo che cambia". Si è svolto a Milano, presso l'Auditorium di Cascina Triulza.

Il problema delle specie invasive
La diffusione di specie invasive ha costi elevatissimi, circa dieci volte più alti di quelli dovuti ai disastri naturali. Stime recenti della Coldiretti indicano che i danni da specie invasive alle colture italiane raggiungono circa il milardo di euro l'anno.

È il caso, ad esempio, della cicalina Scaphoideus titanus: originaria del nord America e arrivata in Europa a metà del secolo scorso. Nutrendosi della linfa della vite, è in grado di trasmettere alla pianta una grave malattia, la flavescenza dorata. La malattia obbliga i viticoltori ad effettuare trattamenti insetticidi e, molto spesso, ad estirpare le viti infette.

Anche negli uliveti è piena emergenza per il batterio Xylella fastidiosa, che potrebbe rappresentare una concreta minaccia per il patrimonio ulivicolo nazionale e mediterraneo.

Vigneto
https://www.flickr.com/photos/artistica2004/
L'allarme nasce anche da un altro fatto: con il surriscaldamento del clima e la globalizzazione, le specie invasive sono destinate ad aumentare. Lo testimonia la crescente presenza di insetti tropicali e di vegetali dannosi nel Bacino del Mediterraneo. Dalla zanzara tigre, all'alga killer che ha causato danni ingenti nelle praterie di Posidonia, fino alla Xylella, che non era mai stata segnalata prima nella regione euro-mediterranea.

Il nuovo software
"L'ecosistema agricolo - spiega l'agronomo ed entomologo ENEA Luigi Ponti - è composto da tantissimi elementi che interagiscono e questo lo rende assai complesso. Grazie alla nostra tecnologia basata su un software che simula il funzionamento di un ecosistema nei suoi elementi essenziali e secondo appositi scenari, per la prima volta è possibile intervenire su base scientifica quantitativa per affrontare le criticità determinate dagli stress intensi e molto rapidi a cui l'agroecosistema è oggi sottoposto".

In pratica, il software consente di tracciare una mappa del rischio costituito dagli insetti invasivi. Per fare questo, ne valuta la diffusione e ne quantifica il danno potenziale, a livello territoriale. Il tutto sulla base di modelli che simulano le dinamiche di colture e specie infestanti, in relazione a comportamenti, fisiologia e condizioni climatiche.

Il ruolo degli agricoltori
Nel convegno si è affrontato anche il ruolo degli agricoltori nella selezione delle varietà e nella trasformazione dei prodotti che mangiamo. Infatti, spesso il consumatore non ha percezione diretta dei fattori che compongono la filiera, né delle implicazioni etiche delle proprie scelte.

"In questo scenario - sottolinea la ricercatrice ENEA Federica Colucci - l'agricoltore è chiamato a stabilire nuove relazioni con i consumatori-cittadini, con il territorio e con il mercato. Ciò sta determinando negli ultimi anni la riformulazione delle scelte quotidiane d'acquisto dei consumatori, ad esempio attraverso i Gruppi di Acquisto Solidale, i farmer's market, la vendita diretta presso le aziende agricole. Forme di acquisto che rispondono non solo all'esigenza di accedere a cibo di qualità, ma anche di riappropriarsi di beni e servizi di cui il cibo e l'agricoltura sono portatori".


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