Lo evidenzia l'Analisi trimestrale del sistema energetico italiano curata dall'ENEA sul secondo trimestre del 2017.
Fonte: Morgan4uall da Pixabay |
A evidenziarlo è l'Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell'ENEA, che individua tra le cause dell'aumento delle emissioni la concomitanza di diversi fattori, come la ridotta piovosità che ha fortemente ridimensionato il contributo dell'idroelettrico.
Per l'intero comparto delle rinnovabili, l'analisi rileva per il secondo trimestre una diminuzione del 7%, con il risultato che a fine 2017, per la prima volta dopo diversi anni, la quota nel mix energetico di queste fonti potrebbe fermare la sua crescita.
Dallo studio emerge anche un ulteriore calo dei combustibili solidi (-9%) e del petrolio (-1%) e un nuovo significativo incremento dell'11% nei consumi (rispetto allo stesso periodo 2016) e del 10% nelle importazioni di gas naturale.
Questo aumento, insieme alla costante e strutturale diminuzione della produzione nazionale, fa sì che a fine anno la nostra dipendenza dal gas estero potrebbe superare il 92%, un nuovo record, con un ritorno ai massimi storici del peso del gas sull'energia primaria totale.
"Questi fattori hanno determinato un nuovo peggioramento dell'indice ISPRED che misura l'andamento di sicurezza, prezzi e decarbonizzazione nel nostro Paese", spiega Francesco Gracceva, che ha coordinato lo studio dell'ENEA. "Se nel primo trimestre 2017 abbiamo rilevato un calo dell'indice del 10% su base annua, ora siamo a -17%".
"Il nuovo peggioramento è legato in particolare all'aumento delle emissioni, il terzo consecutivo dopo l'ultimo trimestre 2016 e il primo 2017. In questo scenario gli obiettivi europei di riduzione dei gas serra al 2020 restano comunque a portata di mano, ma il cambiamento della traiettoria di decarbonizzazione a partire dal 2015 rende più problematico il raggiungimento degli obiettivi al 2030", conclude Gracceva.
Sul lato prezzi, l'indice ISPRED evidenzia un peggioramento del 14% per effetto principalmente del prezzo del gasolio che, seppur in discesa, resta il più caro dell'intera Ue (il primato negativo è condiviso con la Svezia). Allo stesso tempo, aumentano i prezzi dell'energia elettrica per le piccole imprese (+1,3%) e del gas per le piccole utenze (+9%).
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