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Svelata l'origine delle "Tegnùe", i coralli di Venezia

La genesi di queste scogliere sommerse, patrimonio di biodiversità, risale a circa 7.000 anni fa, quando le antiche pianure sono state invase dal mare.

Nella parte nord-occidentale, al largo di Chioggia, sorgono conformazioni rocciose sommerse alla profondità di oltre venti metri che ospitano ecosistemi acquatici unici
Immagine di pubblico dominio
I fondali italiani del Mar Adriatico settentrionale non sono formati solo da sabbia e detriti, come comunemente si immagina. Nella parte nord-occidentale, al largo di Chioggia, sorgono conformazioni rocciose sommerse alla profondità di oltre venti metri che ospitano ecosistemi acquatici unici. Chiamate in dialetto veneto "tegnùe", perché trattengono le reti dei pescatori, sono composte da organismi incrostanti che gli conferiscono un aspetto simile alle barriere coralline.

Uno studio coordinato dall'Istituto di Scienze Marine del CNR (ISMAR-CNR) ha indagato l'origine di questi sorprendenti habitat marini. La ricerca ha coivolto anche l'Università di Padova, l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e il Consiglio nazionale per la ricerca dell'Argentina, ed è stata pubblicata sulla rivista Scientific Reports.

"Queste formazioni simili ai coralli sono un'anomalia geologica rocciosa, rispetto al fondale di sabbia e limo sul quale poggiano", spiega Luigi Tosi, che ha guidato il gruppo. "I modelli formulati finora per spiegare la loro origine non erano soddisfacenti, quindi abbiamo messo in campo competenze multidisciplinari".

Il gruppo di ricerca composto da geologi, oceanografi, geofisici e biologi ha eseguito la mappatura del fondale e del sottosuolo. Sulla base della nuova cartografia, i ricercatori hanno fatto oltre 200 immersioni, spesso in condizioni di scarsa visibilità, per campionare rocce e sedimenti. Inoltre, hanno anche installato sui fondali dei particolari pozzi per l'analisi dell'acqua sottomarina.

La ricerca poi è proseguita con le analisi di laboratorio e ne è risultato che le tegnùe si sono sviluppate lungo antichi canali fluviali, presenti nella pianura durante l'ultimo periodo glaciale, circa 20.000 anni fa. Un campione di roccia in particolare si è rivelato fondamentale: un lastrone di sabbia con gusci di molluschi, che ha permesso di capire età e caratteristiche del paleoambiente al momento della sua scomparsa.

Una sorta di "Stele di Rosetta", che ha permesso di giungere ad una nuova visione sull'origine dei coralli di Venezia. Le analisi hanno permesso di datare a circa 9.000 anni fa l'arrivo del mare in questa parte dell'antica pianura e a 7.000 anni fa il suo compattamento, su cui hanno attecchito i primi organismi biocostruttori.

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