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Il patrimonio mondiale ha un nuovo alleato: E-RIHS

Presto verrà creata un'infrastruttura di ricerca europea per la scienza applicata al patrimonio culturale: E-RIHS, European Research Infrastructure for Heritage Science. L'Italia è capofila del progetto con il CNR.

Fontana del Nettuno a Firenze
Immagine di pubblico dominio: Rodrigo Soldon
La Commissione Europea ha approvato il finanziamento di quattro milioni di euro sul programma di ricerca e sviluppo "Horizon 2020", per l'avvio della fase preparatoria della creazione dell'infrastruttura di ricerca europea per la scienza del patrimonio. E-RIHS PP: European Research Infrastructure for Heritage Science Preparatory Phase.

L'Italia, con il CNR, è la capofila di E-RIHS PP, il cui consorzio conta 15 Stati membri più Israele. Per l'Italia partecipano anche l'INFN, per le metodologie fisiche applicate ai beni culturali, il CSGI (Consorzio interuniversitario per lo sviluppo dei Sistemi a Grande Interfase), per i nuovi materiali per la conservazione e il restauro, e il Polo universitario Città di Prato (PIN Scrl), per l'archeologia digitale.

Questo progetto unisce studiosi e professionisti di aree diverse, come archeologi, storici dell'arte, paleoantropologi e paleontologi, restauratori, scienziati della conservazione, che riconoscono la necessità di un approccio integrato, attuabile solo sviluppando insieme la scienza del patrimonio (Heritage Science).

Lo scopo di E-RIHS PP è fondare un'unica infrastruttura di ricerca, con strutture distribuite in tutta Europa e aggregate in nodi nazionali, che offrano accesso a strumenti di alto livello scientifico, metodologie innovative e dati. Il tutto organizzato in quattro piattaforme:
  • Molab, per gli strumenti mobili per analisi non-invasive sul patrimonio da realizzare in situ.
  • Fixlab, costituito dalle grandi infrastrutture, quali sincrotroni, sorgenti di neutroni, acceleratori per datazioni e caratterizzazione dei materiali.
  • Archlab, che comprende archivi di dati fisici in gran parte inediti, contenuti in prestigiosi musei, gallerie e istituti di ricerca.
  • Digilab, per l'accesso diretto alle informazioni sull'oggetto, disponibili in banche dati e biblioteche digitali.
Per guidare efficacemente il nodo italiano di E-RIHS, il CNR sta costituendo una rete nazionale, insieme a INFN ed ENEA, con l'obiettivo di raccordare sul territorio le università e tutti gli attori locali dei tre ministeri coinvolti, che sostengono l'iniziativa per l'Italia: MiBact, Miur e Mise.

La fase operativa di E-RIHS PP inizierà a gennaio 2017, e durerà tre anni. Nel corso del progetto saranno discussi e definiti importanti assetti del funzionamento dell'infrastruttura, quali la governance, il piano economico, i regolamenti e la logistica. Ma soprattutto la sede legale e operativa del Consorzio Europeo d'Infrastruttura di Ricerca (ERIC), di cui l'Italia sta coordinando la fondazione.

Con la guida del CNR, il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenze, e il supporto di Ente Cassa di Risparmio di Firenze, la candidata europea è la città di Firenze, che aggregherà le eccellenze scientifiche della scienza del patrimonio intorno all'Opificio delle Pietre Dure. L'Opificio vanta un indiscusso prestigio internazionale nel settore e, fin dal 1999, è coinvolto nelle iniziative europee che hanno portato a E-RIHS.

Anche l'ICCROM, Centro Internazionale di studi per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali, è parte dell'iniziativa per quanto riguarda il coinvolgimento dei Paesi extra-europei in E-RIHS, per farne un'infrastruttura di ricerca globale a guida italiana.

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