Il CNR ha ospitato ad Anacapri il meeting bilaterale Italia-Regno Unito: a pochi mesi dal referendum, rappresentanti di enti di ricerca, università e scienziati hanno discusso temi chiave della ricerca nel contesto dell'uscita del Regno Unito dall'Ue.
Fonte: Witizia da Pixabay |
Un'occasione di confronto e di diplomazia scientifica dopo il referendum del 23 giugno 2016, con cui ha preso il via il processo di uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Sul tavolo le sfide e le opportunità conseguenza della Brexit.
"Questo significativo mutamento all'interno dell'Unione potrebbe ripercuotersi anche in ambito scientifico, ad esempio sulla rappresentanza nei processi decisionali, sulla partecipazione alle linee guida e alle tematiche di Horizon 2020, su modalità e quantità dei finanziamenti a progetti di ricerca europei, in corso e futuri", spiega Massimo Inguscio, presidente del CNR.
"Il sistema italiano di ricerca continua ad essere a livelli eccellenti, tra i migliori in Europa, ad esempio per numero di finanziamenti europei vinti e in settori fondamentali per il futuro, coma la cura e la valorizzazione del patrimonio culturale e le tecnologie quantistiche".
"Al tempo stesso occorre trovare soluzioni innovative per attrarre e trattenere i ricercatori migliori, italiani e stranieri. Dobbiamo impegnarci a invertire questo trend facendo sistema, anche attraverso la collaborazione con Paesi a elevata qualità e gestione della ricerca e dei fondi come la Gran Bretagna. La scienza è inclusiva, senza confini", aggiunge Inguscio.
"La ricerca scientifica britannica esprime eccellenze in diversi ambiti a livello mondiale", ha dichiarato l'Ambasciatore britannico in Italia Jill Morris, "attrae nelle sue strutture avanzati progetti e ricercatori internazionali tra i più brillanti, e svolge un ruolo di leader nell'acquisizione di finanziamenti europei per la ricerca di frontiera e nel coordinamento di progetti internazionali finanziati nell'ambito di Horizon 2020".
"Il Regno Unito potrà uscire dall'Unione Europea, ma resta ferma la determinazione del governo britannico di rafforzare ed espandere le nostre relazioni nel campo della ricerca scientifica con tutti i partner europei. Voglio in proposito riconoscere il talento di moltissimi ricercatori italiani che contribuiscono in maniera significativa ai successi della ricerca Made in Britain", ha concluso l'Ambasciatore.
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