L'ENEA lancia l'Analisi trimestrale del sistema energetico italiano, che fotografa il primo timestre 2016 e analizza le tendenze 2015. Fra le novità, un indice sintetico per valutare il livello di soddisfacimento del cosiddetto "trilemma energetico": decarbonizzazione, sicurezza energetica e costo dell'energia.
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Nel mix della generazione elettrica, è aumentato l'utilizzo di fonti fossili (gas +11 %) e si è ridotto l'apporto delle rinnovabili, a causa del forte calo della produzione idroelettrica (-17 %). Stabili, invece, eolico e solare.
È quanto emerge dal primo numero dell'Analisi trimestrale del sistema energetico italiano, a cura dell'ENEA. Il report analizza il primo timestre 2016 e le principali tendenze 2015, e fornisce, per la prima volta, una valutazione della transizione energetica verso un sistema a basso tenore di carbonio, grazie ad un indice sintetico del livello di soddisfacimento del cosiddetto "trilemma energetico": decarbonizzazione, sicurezza energetica e costo dell'energia.
"Complessivamente, a fine 2015, l'Italia presenta un grado di soddisfacimento del trilemma energetico del 63 %, risultante da una situazione positiva di superamento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2020, combinata con la presenza di rilevanti criticità sul fronte dei costi dell'energia e della sicurezza energetica", spiega Francesco Gracceva, responsabile del gruppo di ricerca che ha curato l'analisi.
Le principali criticità sono legate al costo dell'energia: ad oggi, il prezzo dell'energia elettrica pagato dalle imprese italiane con consumi medio-bassi, resta più elevato del 30 % rispetto alla media Ue. Dal 2010, c'è stato un progressivo disallineamento tra i prezzi italiani e quelli medi europei, anche se si registra un leggero miglioramento a partire dal 2013.
Riguardo alla sicurezza energetica, a fine 2015 il mercato elettrico continua a presentare i problemi emersi negli ultimi anni, come la bassa redditività degli impianti di generazione. Lo stesso problema caratterizza il settore della raffinazione, nonostante l'incremento dell'utilizzo degli impianti, e l'aumento dell'export di gasolio (+150 %) e benzina (+20 %), rispetto al 2014.
Per quanto riguarda il gas naturale, il calo della domanda degli ultimi anni ha notevolmente allentato le tensioni, ma l'analisi mostra che eventi estremi, come un'interruzione a fine inverno dell'approvvigionamento di gas dalla Russia, possono causare grossi rischi.
In termini di decarbonizzazione, alla fine del 2015, l'Italia fa meglio del target Ue 2020 relativo alle emissioni di CO2, che sono già inferiori del 34 % rispetto all'obiettivo. Questo nonostante un incremento di oltre il 3 % delle emissioni prodotte nell'arco dell'ultimo anno, principalmente a causa dell'aumento dei consumi di energia (+2,5 % rispetto al 2014), e al maggior ricorso alle fonti fossili (+3,8 %).
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