Il primo test del più numeroso e folto "sciame" di robot subacquei del mondo, che si è svolto a settembre nelle acque dell'Arsenale di Venezia.
Fonte: HarshLight da Flickr |
Questi pesci-robot costituiscono un'applicazione innovativa dell'intelligenza artificiale individuale e collettiva che porta ognuno di loro ad agire come fosse in un vero e proprio banco di pesci in natura.
Gli scienziati, coordinati da Thomas Schmickl dell'Università di Graz (Austria), sono stati in grado di creare un sistema di robot che percepisce i cambiamenti dell'ambiente in cui si trova, adattandovisi e raccogliendo i dati relativi all'habitat subacqueo anche per lunghi periodi di tempo.
Il progetto, finanziato dall'Unione Europea, ha individuato nello spazio della darsena grande dell'Arsenale di Venezia l'habitat perfetto per il test di robot subacquei, avvenuto il 15 settembre con i primi prototipi delle tre tipologie di robot realizzati:
- aMussel (mitili artificiali), cilindri della linghezza di 50 centimetri e del peso di circa 2 chilogrammi, che rappresentano la memoria collettiva a lungo termine del sistema, permettendo la memorizzazione dei dati. Durante la dimostrazione i mitili si sono adagiati sul fondo della darsena, hanno raccolto dati e individuato agenti biologici come alghe, plancton e pesci.
- aFish (pesci-robot). Questi pesci "intelligenti" hanno il compito di monitorare ed esplorare l'ambiente marino, comunicando con le altre tipologie di robot. I pesci-robot si muovono autonomamente in acqua come un vero e proprio banco di pesci. Ognuno di loro, in maniera individuale, raccoglie dati che comunica al gruppo, innescando un comportamento collettivo dell'intero banco.
- aPad (ninfee artificiali), sono la piattaforma di appoggio per gli altri due tipi di robot: li trasportano in una posizione definita da coordinate GPS rimanendo in contatto con le reti satellitari e di telefonia mobile. Accumulano energia mediante i pannelli di cui sono rivestiti e grazie a questa energia ricaricano gli aMussel e gli aFish.
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