Indagine ESET su Internet e minori: un preadolescente su due dichiara di navigare su Internet durante la notte all'insaputa dei genitori, mentre uno su tre è stato adescato da un adulto attraverso profili falsi.
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Un preoccupante 35% dei preadolescenti ammette di essere caduto nella trappola del grooming, cioè di essere stato adescato da un adulto attarverso un profilo finto. E se non sorprende che l'utilizzo che i giovanissimi fanno di Internet sia soprattutto focalizzato sulle chat di Whatsapp (95%), i nuovi social network come musical.ly (78%) e i giochi online come Clash Royale (65%), ben il 90% ammette di condividere con sconosciuti contenuti privati e informazioni personali sui social.
Tra gli "incidenti online" più frequenti commessi dai preadolescenti su Internet, l'80% si è abbonato involontariamente almeno una volta a servizi a pagamento nel tentativo di ottenere contenuti o giochi gratuitamente, mentre il 40% ha subito infezioni dei dispositivi da malware cliccando sui contenuti social. In pochissimi conoscono l'esistenza di soluzioni di navigazione protetta per minori (10%), ma molti dei ragazzi dichiarano che non avrebbero problemi a farle installare sui propri dispositivi dai genitori (70%).
I risultati dell'indagine sono stati raccolti grazie al progetto "Io navigo sicuro - lezioni di Cyber Security" organizzato da ESET per sensibilizzare alunni, docenti, genitori e dirigenti scolastici delle scuole medie sulle opportunità che l'utilizzo di Internet offre e le insidie che nasconde. Il progetto si è svolto tra gennaio e maggio 2017 e ha coinvolto più di 1.500 ragazzi tra gli 11 e i 13 anni.
"Abbiamo trovato nei genitori una sensazione di inadeguatezza nel far fronte alle capacità tecnologiche dei ragazzi, reputati troppo più bravi nell'uso dei nuovi dipositivi. Ha destato molto scalpore la dimostrazione di quante informazioni vengano condivise dai giovanissimi sui social e che possono diventare potenzialmente pericolose nelle mani sbagliate", dichiara Massimiliano Ghelli, di ESET Italia.
"I ragazzi si sono rivelati molto preparati sulle azioni più giuste da intraprendere nei casi di cyberbullismo, ma analizzando alcune situazioni reali che si sono verificate nelle scuole è venuto alla luce che questi comportamenti purtroppo non sono stati messi in pratica. Dunque, si rafforza la necessità di educazione alla cyber security, rivolta tanto ai ragazzi quanto ai genitori".
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