L'ENEA ha sviluppato un sistema innovativo per affrontare le emergenze smog, e ha realizzato la prima mappa italiana degli effetti dell'inquinamento atmosferico sulla salute.
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"Questo strumento permette di elaborare previsioni dell'inquinamento a breve termine, con un dettaglio territoriale di 4×4 km", spiega Gabriele Zanini, responsabile della divisione ENEA Modelli e tecnologie per la riduzione degli impatti antropici e dei rischi naturali. "In questo modo, anche il piccolo comune può conoscere la qualità della sua aria, e affrontare in modo efficace e tempestivo l'emergenza smog."
"In particolare, il sistema consente di individuare in anticipo l'insorgere e la durata di fenomeni di inquinamento acuto, potenzialmente pericolosi soprattutto per le fasce vulnerabili della popolazione, come bambini, anziani e persone affette da malattie cardiache e respiratorie".
La previsione dell'inquinamento avviene attraverso una sofisticata catena di modelli matematici che simulano le condizioni atmosferiche e le trasformazioni chimiche degli inquinanti, fino a calcolare le concentrazioni su base oraria. Le equazioni matematiche necessarie vengono elaborate dal supercomputer "CRESCO4", la più potente infrastruttura di calcolo dell'ENEA.
Inoltre, l'Agenzia ha realizzato una mappa degli effetti dell'inquinamento atmosferico sulla salute, ossia la prima banca dati italiana in grado di fornire informazioni sulla mortalità per età, sesso e patologia, anche a livello di singolo comune.
Un vero e proprio "motore di ricerca" che, opportunamente interrogato, permette di analizzare il territorio italiano in base alla mortalità, e di pianificare azioni di prevenzione e interventi strategici anti-inquinamento.
"In termini di mesi di vita persi, i nostri studi hanno rivelato che l'inquinamento accorcia la vita di ciascun italiano di 10 mesi in media: 14 per chi vive al nord, 6,6 al centro e 5,7 al sud e nelle isole", dice Carmela Marino, responsabile della divisione ENEA Tecnologie e metodologie per la salvaguardia della salute. "Ma i valori di mortalità più elevati al settentrione vanno letti alla luce della maggiore disponibilità di dati rispetto al resto d'Italia".
La stretta relazione tra inquinamento atmosferico e rischi per la salute risulta evidente anche in un primo studio epidemiologico condotto da ENEA, ISPRA e Istituto Superiore di Sanità: ha dimostrato l'associazione tra esposizione cronica al PM10 e PM2,5 (classificati come cancerogeni dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), e la mortalità per tumore del polmone nelle donne.
"I risultati mostrano che la percentuale di decessi attribuibili all'esposizione a PM10 per livelli superiori alla linea guida dell'OMS (20 𝜇g/m³) si assesta al 13,2 %", aggiunge Marino. "Quindi, mantenendo i valori delle polveri sottili al di sotto di questa soglia, su una popolazione di oltre 8 milioni di donne residenti nei 64 comuni studiati, è stata calcolata una riduzione complessiva di quasi 300 decessi l'anno per tumore polmonare".
L'inquinamento atmosferico è il fattore ambientale di maggiore rischio per la salute umana, responsabile di circa 7 milioni di decessi nel mondo, il 12 % del totale delle morti premature (dati dell'OMS).
Nel nostro Paese, l'inquinamento dell'aria provoca ogni anno circa 85mila morti premature (dati dell'Agenzia Europea dell'Ambiente), il numero più alto di decessi in Europa, con un danno economico complessivo di 97 miliardi di dollari, pari a una perdita di ricchezza nazionale del 4,7 % di PIL (dati dell'OMS).
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