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In arrivo il ransomware parlante che blocca il cellulare chiedendo un riscatto

È stato individuato dai ricercatori di ESET ed è opera di una banda di cyber criminali molto giovani.

blocco schermo telefono cellulare
Immagine di pubblico dominio
Una voce femminile che arriva dal vostro smartphone o tablet Android si è appena congratulata con voi?
Purtroppo non si tratta né di uno scherzo né di un'app all'ultima moda, ma di un nuovo tipo di ransomware che ha bloccato lo schermo del vostro smartphone e vi sta chiedendo un riscatto.

I ricercatori di ESET hanno individuato il malware con il nome di "Android / Lockerpin", visto che l'altra sua caratteristica distintiva è la possibilità di reimpostare il codice PIN di blocco dello schermo.

Il ransomware parlante si diffonde tramite un dropper malevolo, utilizzato per decodificare ed eseguire il malware. Il processo di infezione si attiva nel momento in cui l'utente apre manualmente l'app dannosa in cui è nascosto il ransomware, e tocca il pulsante "Clicca per l'attivazione gratuita". Successivamente, alla vittima viene richiesto di concedere i diritti di amministratore, rendendo impossibile la rimozione o la disinstallazione dell'app malevola.

A questo punto, una voce parlante avvisa l'utente che il dispositivo è bloccato e che sarà necessario pagare un riscatto, mentre le istruzioni su come procedere al pagamento appaiono sullo schermo del cellulare.

Non c'è via d'uscita: se l'utente riesce in qualche modo a chiudere la sessione non fa che peggiorare le cose. Infatti, la funzione di sicurezza del dispositivo, cioè il blocco del PIN, si reimposta automaticamente, ovviamente in maniera sconosciuta all'utente.

Non tutte le varianti di questo malware sono impostate per chiedere un riscatto, ma semplicemente cercano di vendere l'applicazione infetta o il suo codice sorgente. Le varianti che chiedono il pagamento del riscatto mostrano un QR code che può essere usato dall'utente per effettuare il pagamento.

Questo ransomware fa parte della famiglia di malware "Jisut", che non sono creati unicamente per motivi economici, ma anche per creare fastidio e beffare l'utente. La famiglia di malware Jisut è diffusa in particolare in Cina e, probabilmente, è opera di una banda di cyber criminali molto giovani, tra i 17 e i 22 anni.

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