Le piante modificate con la tecnica di editing genomico CRISPR sono tanto diverse che modificheranno i toni del dibattito, e renderanno necessario ripensare che cos'è un OGM.
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La rivoluzione della CRISPR potrebbe avere i suoi effetti più profondi in agricoltura. Ad esempio, i ricercatori cinesi hanno stupito la comunità degli agricoltori nel 2014, quando hanno mostrato che la tecnica poteva essere usata per rendere il grano resistente all'oidio, un'infezione fungina detta anche nebbia o mal bianco.
L'aspetto rivoluzionario della CRISPR è la sua precisione. Infatti, permette di disattivare qualsiasi gene, oppure di aggiungerne uno in un determinato punto del DNA. Per gli scienziati che la usano, è la forma di selezione biologicamente meno intrusiva tra quelle messe a punto, comprese le cosiddette tecniche "naturali" praticate per millenni. Inoltre, permette di aggirare la controversa tecnica che inserisce nelle piante il DNA di altre specie.
Come funziona
Dopodiché, si fa fare alla natura il lavoro sporco della mutazione. Ogni volta che la doppia elica del DNA è replicata, la cellula nota il danno e si mette al lavoro per ripararlo. Ma le riparazioni non sono mai perfette, e questo rende CRISPR assai efficace nella produzione di mutazioni.
Per questa nuova tecnica, l'espressione "GM" è ingannevole, e infatti l'acronimo OGE (Organismo Geneticamente Editato) sta spuntando come alternativa a OGM. Ma come li accoglierà il pubblico?
L'applicazione agroalimentare di CRISPR è recente, quindi la questione non è ancora emersa pubblicamente, ma verrà a galla presto.
CRISPR è la migliore forma di selezione, da 3000 anni a questa parte
Ma tutte le forme di selezione delle piante, fin da quando 3000 anni fa gli agricoltori del Neolitico hanno creato il grano come lo conosciamo, implicano la modificazione genetica. E le tecniche tradizionali di selezione, in realtà, non sono un processo biologicamente benigno. Ad esempio, le versioni coltivate del frumento ottenute con i metodi tradizionali sono delle mostruosità genetiche.
Prima dell'avvento del DNA ricombinate negli anni settanta, che ha permesso le biotecnologie agroalimentari di prima generazione, i selezionatori di piante ricorrevano a metodi basati sulla forza bruta, per alterare il DNA: radiazioni, raggi gamma o composti chimici. Questo tipo di selezione prende molto tempo, spesso tra i cinque e i dieci anni, ed è anche molto dannosa.
È "naturale", certo, ma è anche un grande miscuglio. In questo processo non si muove un solo gene, ma interi pezzi di DNA. Inoltre, spesso il carattere cercato si porta dietro un altro tratto negativo. In base a recenti studi sulla genetica della pianta di riso, sembra che la domesticazione abbia inavvertitamente introdotto caratteri negativi silenti, insieme a quelli vantaggiosi.
Le piccole aziende e le multinazionali
Adesso, la precisione dell'editing genomico permette ai biotecnologi di orientarsi verso i consumatori, producendo cibi più sani e più sicuri. Per esempio, le piante hanno molti elementi "antinutrizionali", sostanze nocive di autodifesa o tossine, che possono essere eliminate per migliorare i caratteri nutrizionali e organolettici.
Ci sono segnali preliminari che l'editing genomico, e quindi CRISPR, possa avere una rapida approvazione. Finora, sembra che le istituzioni vedano le piante editate come diverse rispetto alle OGM. Anche l'Unione Europea, storicamente restrittiva verso gli OGM agroalimentari, sta rivedendo le sue politiche alla luce di queste nuove tecnologie.
Il giorno dell'introduzione sul mercato delle piante OGE potrebbe non essere troppo lontano.
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