Un team internazionale, tra cui molti ricercatori italiani, ha scoperto l'accelerazione del movimento della parte più profonda del ghiacciaio più elevato dell'Alto Adige, dovuta al riscaldamento globale, per la prima volta dai tempi dell'Uomo del Similaun.
Foto di Paolo Gabrielli |
Le prime carote di ghiaccio estratte indicano che il ghiacciaio più elevato dell'Alto Adige ha cominciato una fase di accelerazione del movimento che non ha precedenti nel periodo osservato. Le prove vengono dagli strati più profondi, datati con la tecnica del carbonio-14, e da misurazioni condotte nel foro di perforazione mediante un inclinometro, uno strumento che è in grado di rilevare anche i minimi movimenti glaciali.
"Queste carote di ghiaccio offrono l'eccezionale opportunità di studiare le caratteristiche dell'atmosfera quando l'Uomo del Similaun viveva in questa regione, in modo da poter conoscere anche l'ambiente e il clima in cui era immerso", dichiara Carlo Barbante, direttore dell'IDPA-CNR.
La rapida fusione dei ghiacci è connessa al surriscaldamento globale. "I ghiacciai alpini si stanno ritirando velocemente, a causa dell'intensa fusione legata al riscaldamento atmosferico", aggiunge Paolo Gabrielli, ricercatore presso il Byrd Polar and Climate Research Center dell'Università dell'Ohio, e responsabile dello studio.
Foto di Paolo Gabrielli |
Tra le informazioni custodite nel ghiaccio, i ricercatori hanno identificato, ad esempio, il segnale delle deposizioni atmosferiche radioattive derivanti dall'incidente avvenuto presso la centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, nel marzo 2011.
"Il movimento del ghiaccio più profondo potrebbe essere causato dalle infiltrazioni dell'acqua di fusione superficiale, e dal fatto che ora quest'acqua, durante le estati eccezionalmente calde, stia lubrificando la parte basale del ghiacciaio, favorendone il movimento", continua Gabrielli.
I risultati della ricerca indicano che il ghiacciaio dell'Ortles, come lo conosciamo oggi, si formò circa 7.000 anni fa, alla fine del cosiddetto "Ottimo Climatico" dell'emisfero settentrionale, un periodo particolarmente caldo durante il quale i ghiacciai alpini si ritirarono fino a quote elevate.
Successivamente, l'inizio di un periodo più fresco, conosciuto come "Neoglaciale", contribuì a far accumulare neve e ghiaccio sul suolo nuovamente congelato nei pressi della cima all'Ortles. Durante questo periodo, venne sepolta anche la mummia dell'Uomo del Similaun, che rimase nel ghiaccio fine alla fine dell'estate del 1991, quando emerse nei pressi del Giogo di Tisa, a 3.210 m di quota.
Foto di Paolo Gabrielli |
"Una delle carote estratte potrebbe entrare a far parte dell'Ice Memory Project, un nuovo programma internazionale che ha l'obiettivo di trasportare carote di ghiaccio in un archivio in Antartide, dove potranno essere conservate intatte per le future generazioni di scienziati", conclude Barbante.
Le carote sono state estratte da un team internazionale di glaciologi guidati dall'Università dell'Ohio, col supporto logistico della Provincia Autonoma di Bolzano. Del gruppo fanno parte anche: IDPA-CNR, U.S. Geological Survey, Università di Venezia, di Padova, di Udine e di Pavia, ENEA;
E poi Waterstones Geomonitoring, Central Institute for Meteorology and Geodynamics (ZAMG), Università di Innsbruck, Laboratoire de Glaciologie et Géophysique de l'Environnement (LGGE), CNRS, Università Grenoble Alpes, Paul Scherrer Institut (PSI), Università di Berna, Russian Academy of Sciences.
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