Non si tratta di fantascienza, ma di elettronica organica, un settore che apre tantissime possibilità, e in crescita in tutto il mondo.
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Non si tratta di fantascienza, ma di elettronica organica, una delle piattaforme più avanzate di sperimentazione di nuovi materiali, sviluppata presso il Centro ENEA di Portici. Questo è un settore dalle innumerevoli possibilità e in crescita in tutto il mondo, con un giro di affari di oltre 26 miliardi, nel 2016.
Il centro di sviluppo per l'elettronica organica è il laboratorio TRIPODE (Tecnologie e RIcerca per l'applicazione dei POlimeri nei Dispositivi Elettronici): qui si sperimentano materiali a base di carbonio per la realizzazione di dipositivi e sistemi iperleggeri, flessibili, sottilissimi, a basso costo e a basso impatto ambientale.
Fra le applicazioni potenzialmente più interessanti, le etichette sensibili RFID (dall'inglese Radio-Frequency IDentification, identificazione a radiofrequenza), dotate di un innovativo sistema di lettura e riconoscimento.
"Dotate di sensori chimici, di temperatura e di umidità, possono essere utilizzate nei supermercati del futuro, ma anche per il monitoraggio di ambienti contaminati, lavorazioni industriali e in agricoltura", spiega l'ingegnere Carla Minarini, responsabile del laboratorio.
Le etichette sensibili RFID nascono nell'ambito del progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale chiamato SMARTAGS (SMART application for organic TAGS). Grazie a questo e ad altri progetti, il laboratorio è stato finanziato con 13 milioni di euro da Regione Campania e MIUR. Inoltre, queste attività hanno permesso di formare 16 giovani laureati, i nuovi esperti di elettronica organica.
Nel laboratorio TRIPODE si sperimentano tecniche di processo a basso costo, del tutto simili a quelle dell'editoria: i materiali e i dispositivi vengono stampati su plastica e carta (la cosiddetta elettronica stampata). I sistemi elettronici organici permettono realizzazioni impossibili per quelli a base di silicio, e sono anche più economici e sostenibili.
Fin dalla progettazione viene posta attenzione a minimizzare le risorse, l'energia per produrli e utilizzarli e la gestione del "fine vita", in un ottica di design for recycling, ovvero di recupero e riutilizzo dei materiali che li compongono.
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