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Energia: fusione nucleare, un progetto da 500 milioni per un'infrastruttura strategica in Piemonte

Un progetto da 500 milioni di euro e oltre 1.800 addetti, per creare, in Piemonte, il DTT (Divertor Tokamak Test facility), l'infrastruttura di ricerca sulla fusione nucleare.

Cielo stellato
Immagine di pubblico dominio
Realizzare in Italia un polo scientifico-tecnologico tra i più avanzati al mondo, un progetto da 500 milioni di euro e oltre 1.800 addetti, per dar vita ad un'infrastruttura strategica di ricerca sulla fusione nucleare, con lo sviluppo di tecnologie innovative per la competitività dell'industria nazionale.

Si chiama DTT, Divertor Tokamak Test facility, e potrebbe nascere in Piemonte, su impulso di Regione, Unione Industriale ed ENEA. L'investimento complessivo di circa 500 milioni di euro richiederà almeno 270 addetti per la costruzione e 500 per la sperimentazione, ai quali si aggiungeranno, rispettivamente, 350 e 750 posti nell'indotto terziario.

La gestione dell'impianto si protrarrà per almeno 25 anni, e necessiterà di spese di approvvigionamento, materiali di consumo e manutenzione, per circa 15 milioni di euro l'anno, più l'indotto relativo alla presenza sul territorio dello staff tecnico-scientifico. La ricaduta di un simile progetto in termini di reddito prodotto sul territorio è stimata pari a quattro volte l'investimento.

Saranno coinvolte industrie medio-grandi e PMI che operano nel campo della superconduttività, della meccanica di precisione, dell'elettronica di potenza, delle tecnologie speciali per il vuoto e dei processi per la realizzazione di materiali e componenti.

L'Italia, con l'ENEA, è fra i leader nei progetti internazionali di ricerca sulla fusione nucleare, come ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) e Broader Approach. ITER prevede la costruzione, a Cadarache in Francia, di un reattore di 23mila tonnellate che dovrà dimostrare la fattibilità della produzione di energia da fusione. Broader Approach è l'accordo Europa-Giappone per la ricerca sulla fusione.

"Realizzare nel nostro Paese questo esperimento internazionale permetterà alla comunità scientifica italiana di continuare ad essere tra i leader nel campo della fusione, e al sistema industriale di confermare l'elevato livello di competitività dimostrato", ha sottolineato il presidente dell'ENEA, Federico Testa.

"Riprodurre il meccanismo fisico che alimenta le stelle è la grande sfida della ricerca sulla fusione nucleare, che vede impegnati i migliori laboratori di tutto il mondo nel produrre energia rinnovabile, sicura, economicamente competitiva, inesauribile e in grado di sostituire i combustibili fossili", ha spiegato l'ing. Aldo Pizzuto.

Ad oggi, la ricerca sulla fusione ha già contribuito ad importanti risultati, in termini scientifici ed economici. Ad esempio, in ITER sono coinvolte oltre 500 industrie italiane, che si sono aggiudicate gare per quasi un miliardo di euro, circa il 60 % del valore delle commesse europee per la produzione di componentistica ad alta tecnologia. E l'obiettivo è di generare nuovi contratti per altre centinaia di milioni di euro, nei prossimi cinque anni.

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