Circa 4,7 milioni di internauti italiani dichiarano di conoscerlo. Dall'indagine emerge, però, un atteggiamento "conservatore" di grossa paura e diffidenza verso l'Internet libero, auspicato solo dal 19 % degli intervistati.
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Il fenomeno del Deep Web, dunque, suscita una sempre maggiore curiosità ed attenzione, soprattutto tra la popolazione italiana più giovane (18-35 anni), con elevato titolo di studio e residente nel centro e nel sud Italia. Se il 17 % degli intervistati dichiara di conoscere il Deep Web, il 26 % ha utilizzato o ha sentito parlare di Bitcoin, la moneta virtuale utilizzata per gli scambi sul Deep Web.
Però, la ricerca mette in luce una diffidenza di fondo nei confronti dell'ecosistema Internet, e la centralità dell'aspetto legato alla sicurezza: ben l'80,1 % degli intervistati si dichiara a favore di un Internet soggetto ad un severo controllo da parte delle forze di polizia, anche a costo di un minor rispetto della privacy.
Invece, a dare maggior peso alla libertà è il 19,9 % degli intervistati, composto soprattutto da giovani, studenti, in cerca di prima occupazione, e anche gli utilizzatori più assidui della rete. L'elemento della paura e della diffidenza si ripropone ache nella percezione prevalente del Deep Web, che per il 45 % degli intervistati è un luogo utilizzato soprattutto per traffici illeciti.
In misura più o meno analoga, sono coloro che percepiscono il Deep Web come spazio di accesso a informazioni e notizie non pubblicate sulla stampa ufficiale (18 %), dove è rispettata la privacy ed è consentito navigare in totale anonimato (14 %), e dove potersi sottrarre alla censura (16 %).
Lo studio sugli italiani e il Deep Web è stato condotto ad aprile 2016, con metodologia CAWI, su un campione di 1.005 utilizzatori di Internet residenti in Italia, di età compresa tra i 18 ed i 65 anni.
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