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ENEA e ACEA sperimentano un software per gestire i rischi da eventi meteo estremi

Il clima è sempre più caratterizzato da eventi meteorologici intensi ed estremi, che spesso provocano danni e disagi. Il software CIPCast è pensato proprio per renderci più pronti ad affrontarli.

Alluvione a Vicenza, 1 novembre 2010
Immagine di pubblico dominio
ENEA e ACEA stanno sperimentando un software innovativo, che consente di elaborare e fornire previsioni di rischio per le infrastrutture energetiche e idriche in caso di eventi meteo particolarmente intensi, come nubifragi, alluvioni e frane.

Il software si chiama CIPCast: è stato sviluppato dal Laboratorio Analisi e Protezione delle Infrastrutture Critiche dell'ENEA, e testato nella control room di ACEA a Roma. Ne sono state sviluppate due versioni: una per calcolare l'impatto delle precipitazioni sulle reti di distribuzione dell'energia elettrica, e una per gestire gli eventi legati al Giubileo in ogni singola area della Capitale.

"Una volta acquisiti i dati da sensori e previsioni meteo", spiega Vittorio Rosato, responsabile del laboratorio dell'ENEA, "l'applicazione elabora gli scenari di rischio, identifica gli elementi delle infrastrutture in pericolo, stima l'impatto sui servizi e quantifica l'effetto che la loro eventuale interruzione avrebbe su cittadini e sistema produttivo."

"Avere a disposizione queste informazioni consente, non solo all'azienda di energia elettrica, ma anche a chi amministra la città e si occupa della sua sicurezza, di gestire situazioni di crisi e predisporre strumenti efficaci per interventi rapidi".

CIPCast è nato dall'esigenza di affrontare eventi meteorologici sempre più frequenti, intensi e caratterizzati da maggior pericolosità in un contesto urbano. Il software integra dati geospaziali, previsioni meteo fino a un'ora e a breve-medio termine, con informazioni sull'assetto idrogeologico e sulla ricorrenza di eventi sismici e di altri eventi naturali di rilievo.

Tra il 2010 e i primi mesi del 2015, in Italia ci sono stati 43 giorni di blackout elettrici a causa del maltempo. Tra il 2013 e il 2014, si sono verificati ben cinque casi di allagamenti in vaste aree del territorio comunale, tutti legati alle forti piogge concentrate nell'arco di pochissime ore.

Sempre a Roma, in poco più di cinque anni di monitoraggio (da ottobre 2010 a tutto il 2015), ci sono stati 15 eventi estremi registrati sulla mappa del rischio climatico, e 24 giorni di stop a metropolitane e treni urbani a causa delle piogge intense (i dati provengono dal dossier di Legambiente "Le città italiane alla sfida del clima").

Il sistema che l'ENEA sta testando in collaborazione con ACEA, rientra nell'ambito del progetto RoMA (Resilience enhancement of Metropolitan Areas), finanziato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Questo progetto prende ispirazione dalle tecnologie sviluppate nel progetto europeo CIPRNet (Critical Infrastructure Preparedness and Resilience research Network).

Quest'ultimo è pensato per i Centri di Competenza per l'Analisi del Rischio delle Infrastrutture Critiche in Europa. Il sistema, come quello in fase di sperimentazione a Roma, consentirà di dare indicazioni a Protezione Civile ed Enti Locali, per strategie ed azioni da mettere in campo per ridurre l'impatto degli eventi meteo e ripristinare efficacemente i servizi.

"Preservare la rete elettrica da eventuali guasti o interruzioni è prioritario per evitare conseguenze sulla popolazione e il cosiddetto effetto domino, ossia un blackout esteso su altre infrastrutture critiche che garantiscono servizi essenziali, come l'acqua potabile, lo smaltimento dei rifiuti, il traffico ferroviario e le telecomunicazioni", commenta Maurizio Pollino, ricercatore del laboratorio dell'ENEA.


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