Il progetto è stato sviluppato dall'ENEA. In un anno, i visitatori sono aumentati del 7 %. A dimostrazione che puntare sul turismo di qualità è sempre una carta vincente.
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Tutto questo nell'area marina protetta più grande d'Europa, 53mila ettari di ecosistema prezioso e fragile, dove, ogni anno, nei mesi estivi, ai 4mila abitanti della comunità locale, si sommano oltre 400mila visitatori.
L'intervento dell'ENEA, oltre a formazione, informazione, mappatura del territorio e indagini sul rischio idrogeologico, ha riguardato:
- la riduzione dei rifiuti (5 tonnellate di plastica in meno, in 14 mesi)
- la produzione di fertilizzante sfruttando la raccolta differenziata
- l'introduzione di un marchio di qualità ambientale
- un brevetto per gestire i residui spiaggiati di Posidonia
Il "Progetto Egadi"
Nello specifico, il Progetto ha consentito di realizzare, a Favignana, un impianto di compostaggio per la trasformazione della frazione organica dei rifiuti da raccolta differenziata, in fertilizzante per il terreno; il trattamento e riuso delle acque reflue, e l'installazione della "casa dell'acqua", alimentata con pannelli fotovoltaici, per ridurre l'utilizzo di bottiglie di plastica.
In 14 mesi, sono stati erogati 200mila litri di acqua, ed evitate oltre 5 tonnellate di rifiuti di plastica, un peso equivalente a quasi 140mila bottiglie da 1,5 litri.
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Inoltre, è stato creato un marchio di qualità ambientale, gestito dall'Area Marina Protetta delle Egadi, per le imprese locali che hanno intrapreso un percorso di miglioramento e riduzione dell'impatto ambientale delle loro attività, anche ai fini della valorizzazione dell'offerta turistica. Sono già 60 le imprese che hanno ottenuto la certificazione, per aver rispettato i criteri di sostenibilità indicati per ciascuna categoria turistica.
L'ENEA ha pubblicato diverse best practice e benchmark per aiutare i gestori ad analizzare i propri consumi e capire come ridurli. Ha realizzato anche 28 itinerari subacquei per Favignana, Marettimo e Levanzo, raccolti nei due volumi "Itinerari sommersi delle Isole Egadi", e pubblicati sul sito egadi.santateresa.enea.it.
"Il modello che abbiamo messo a punto è altamente replicabile ed adattabile alle variegate realtà turistiche italiane", ha dichiarato Roberto Morabito, direttore del Dipartimento Sostenibilità dei Processi Produttivi e Territoriali dell'ENEA, che ha sviluppato il Progetto.
"Le azioni che abbiamo messo in campo hanno contribuito alla tutela delle risorse ambientali, del territorio e ridotto la pressione sulle risorse naturali. Abbiamo anche ottenuto un incremento del numero di visitatori, e un'estensione della stagione turistica da aprile a ottobre, con ricadute economiche positive".
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Carlo Corazza, capo unità del Turismo e Industrie Creative, Direzione Generale Mercato Interno, Indisutria, Imprenditoria e PMI della Commissione Europea, ha sottolineato: "Il settore turistico dà lavoro a 35 milioni di persone nell'UE, con un fatturato che si prevede superi i 2mila miliardi di euro nel 2025, e crei 5 milioni di nuovi posti."
"Per turismo sostenibile e salvaguardia ambientale, l'Italia può utilizzare parte degli oltre 25 miliardi di fondi europei, da qui al 2020. Purtroppo, non sempre queste risorse sono utilizzate in maniera efficace, specie in alcune regioni del Sud Italia."
"Dovremmo invece puntare molto sulla sostenibilità ambientale del turismo, che, oltre a creare lavoro, è anche la via per aumentare la consapevolezza sulla tutela delle risorse, dell'ecosistema e delle bellezze paesaggistiche. E quando una realtà territoriale si accorge che riesce a guadagnare con le proprie bellezze, automaticamente sarà più propensa alla salvaguardia e alla valorizzazione del proprio territorio".
Il settore del turismo rappresenta, in termini economici, circa il 10.3 % del PIL nazionale, con un'occupazione pari a circa 2,7 milioni di addetti, cioè circa l'11,7 % dell'occupazione nazionale complessiva. A livello globale, l'Italia è il quinto Paese per arrivi internazionali, dopo Francia, Stati Uniti, Spagna e Cina.
La nostra quota, però, a livello mondiale, è scesa dal 5,6 % del 1990, al 4,1 % del 2010, con una stima di un'ulteriore decrescita del 3,7 % nel 2010, in assenza di interventi strategici e strutturali per un serio rilancio.
Bisogna riconoscere che questa tendenza è comune a molti Paesi europei, a vantaggio di Paesi emergenti e nuove mete turistiche. Ma rimane il fatto che il potenziale di offerta turistica del nostro Paese è molto elevato, in virtù dei fattori ambientali, naturalistici, paesaggistici, culturali ed economici.
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