Sono i cibi del futuro, ricchi di proprietà nutritive e di sostanze farmacologicamente attive. In molte parti del mondo sono consumati da tempo, ma nel nostro Paese suscitano ancora parecchie resistenze.
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Meduse
Le meduse, ad esempio, possono trasformarsi da problema in risorsa: "Nel Mediterraneo ci sono centinaia di tonnellate di biomassa di questi cnidari, costituiti essenzialmente da acqua e proteine, soprattutto collagene, con efficaci attività anti-ossidanti", spiega Antonella Leone, dell'Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del Cnr (Ispa-Cnr).
"In particolare, molecole estratte dalla Cassiopea mediterranea (Cotylorhyza tuberculata) mostrano una significativa attività anti-cancro contro cellule di carcinoma mammario umano. Inoltre, alcune specie, potrebbero rappresentare nuove fonti alimentari, o mangimi alternativi, e una preziosa risorsa di sostanze naturali di interesse biotecnologico, nutraceutico e nutracosmoceutico".
Tra l'altro, negli ultimi decenni, si è osservato un incremento della presenza di meduse nel Mediterraneo, con un notevole impatto su pesca, acquacoltura, balneazione, e persino sull'efficienza degli impianti industriali costieri.
"I progressi della ricerca stanno consentendo di identificare con crescente precisione i meccanismi biologici ed ecologici che determinano questi fenomeni, di quantificare e prevedere il loro impatto sull'ecosistema marino e sull'uomo, ma anche di rivelare alcuni potenziali effetti positivi", aggiunge Stefano Piraino, dell'Università del Salento, e coordinatore del progetto europeo Med-Jellyrisk.
Anche Lucas Brotz, della University British Columbia (Canada), sta conducendo un'analisi del fenomeno meduse su scala mondiale, finalizzata ad una loro possibile utilizzazione: "Il loro aumento mette senz'altro a disposizione una preziosa fonte proteica, ma bisogna verificare che questa proliferazione non crei nuovi problemi".
Alghe
Lo stesso discorso vale per le microalghe, che hanno importanti proprietà nutritive e rappresentano una delle fonti più promettenti di proteine e di composti bioattivi, come acidi grassi polinsaturi, pigmenti e vitamine.
"In particolare la Spirulina (Arthrospira platensis), ricca in proteine, pro-vitamina A, minerali e altre sostanze, è da secoli usata come alimento in Asia, Messico e Africa: 100 g di questa microalga contengono almeno 60 g di proteine, una percentuale non riscontrabile nella carne né in altre fonti vegetali", precisa Graziella Chini Zittelli, dell'Istituto per lo Studio degli Ecosistemi del Cnr (Ise-Cnr).
"Potrebbe essere usata per realizzare alimenti nutraceutici, come pane, pasta e prodotti caseari, in particolare per anziani, bambini, sportivi e vegani. In Paesi meno ricchi, potrebbe garantire una dieta bilanciata e ridurre la malnutrizione. Infine, le colture microalgali possono diminuire in modo significativo il sovra-sfruttamento di suolo e acqua, e quindi sono una valida alternativa alle colture agricole tradizionali".
Anche gli insetti sono ricchi di proprietà nutritive, ma suscitano qualche resistenza negli italiani. Eppure sono circa due miliardi le persone che, in più di 90 Paesi, si nutrono di insetti, come spiega Francesco Gai dell'Ispa-Cnr.
"Questi animali, secondo la Fao, possono rappresentare un'opportunità percorribile per migliorare lo stato di nutrizione nelle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo. Infatti, sono ricchi di proteine e grassi 'buoni', di calcio, ferro e zinco".
"In un mondo sempre più affollato cresce l'esigenza di sfamare gli uomini con nuovi cibi. La ricerca può dire molto in questo settore, caratterizzando le proprietà nutritive e organolettiche dei nuovi cibi e fornendo informazioni sulla loro salubrità", commenta Francesco Loreto, direttore del Dipartimento di Scienze Bio-Agroalimentari del Cnr.
"Le sorprendenti proprietà nutritive di alcuni cibi, largamente disponibili ma culturalmente assenti dalla dieta dei popoli occidentali, come insetti, meduse e alghe, meritano di essere valorizzate. Le prospettive di utilizzo dei nuovi cibi, nell'alimentazione umana come in quella animale, sono molto interessanti, ma bisogna fare attenzione a pianificare bene lo sfruttamento di queste risorse, per evitare di danneggiare gli ecosistemi".
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