I virus sono gli esseri viventi più piccoli della Terra, ma sono capaci di grandi imprese. Lo studio è frutto di una collaborazione tra l'Isac-Cnr, l'Università Politecnica delle Marche e l'Università di Galway.
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La ricerca è stata coordinata da Maria Cristina Facchini, dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Cnr (Isac-Cnr), Roberto Danovaro, dell'Università Politecnica delle Marche, e Colin O'Dowd, dell'Università di Galway.
Il fitoplancton è l'insieme dei minuscoli organismi marini capaci di fotosintesi. Tra la primavera e l'estate produce spettacolari fioriture di alghe, che si estendono per migliaia di chilometri quadrati sulla superficie degli oceani, tanto da essere visibili anche dallo spazio.
"Queste esplosioni di vita possono durare da giorni a settimane, ma poi terminano bruscamente, sia per la mancanza di nutrienti, sia ad opera dei virus marini che infettano e uccidono il fitoplancton", spiega Facchini. "La morte repentina del plancton produce massicce quantità di sostanza organica, che rimane sulla superficie oceanica e viene trasferita in atmosfera dall'aerosol marino."
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In questo processo, i virus marini sembrano svolgere un ruolo molto importante. "I virus sono le forme di vita più microscopiche che vivono sulla Terra, ma sono capaci di imprese straordinarie, anche grazie alla loro abbondanza. Negli oceani ne esistono mille quadriliardi (un milione di miliardi di miliardi di miliardi)", aggiunge Roberto Danovaro.
"Pertanto, non stupisce che possano infettare tutte le forme di vita che ci abitano. Uccidendo il fitoplancton, i virus rilasciano nano- e microparticelle organiche nell'atmosfera, in quantità molto maggiore di quella che sarebbe prodotta dalla morte naturale del plancton, che, in tal caso, andrebbe a depositarsi sul fondale marino".
Il progetto di ricerca di questo team internazionale è iniziato oltre dieci anni fa, e apre nuovi scenari per comprendere i fattori responsabili delle formazioni delle nubi e del cambiamento del clima.
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