Il 26 settembre scorso c'è stata la Giornata europea delle lingue, in cui si è discusso dell'abbattimento dei confini linguistici. Obiettivo: un Mercato unico digitale effettivo, per cui si stima una crescita di 340 miliardi di euro, e contrastare il rischio di estinzione digitale per le lingue europee.
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In occasione della Giornata di due anni fa, uno studio condotto da Meta-Net (una rete che riunisce i maggiori esperti di tecnologie linguistiche da 30 centri di ricerca in 34 Paesi europei), aveva diffuso l'allarme: la maggior parte delle lingue europee è a rischio di estinzione digitale.
Il problema
"Ad oggi la situazione non è cambiata significativamente, con conseguenze negative per il Mercato unico digitale, che è un obiettivo chiave della Commissione Europea per il 2020 ", afferma Simonetta Montemagni, direttore dell'Istituto di Linguistica Computazionale "Antonio Zampolli" del Cnr di Pisa (Ilc-Cnr), membro di Meta-Net.
"Se da un lato questo Mercato è fondamentalmente multilingue, dall'altro la maggior parte delle lingue europee non ha un sufficiente supporto tecnologico, vanificando l'obiettivo di un lavoro, un commercio e una vita realmente senza frontiere".
In effetti, la ricchezza costituita dalla diversità e varietà linguistica dell'Europa si trasforma in un ostacolo, impedendo l'accesso imparziale ai servizi pubblici, alle opportunità commerciali, di lavoro e di sostegno.
"Stando alla lettera aperta alla Commissione Europea firmata da 3.629 addetti ai lavori di tutta Europa, provenienti dal mondo accademico e industriale, il 99 % delle imprese europee è costituito da piccole e medie imprese, di cui solo il 7 % riesce a vendere a consumatori che parlano una lingua diversa. Analogamente, il 90 % dei clienti europei preferisce navigare all'interno di siti web nella propria lingua", prosegue Montemagni.
"Un supporto tecnologico adeguato che garantisca il multilinguismo e un Mercato unico digitale effetivo si stima potrebbe creare una crescita fino a 340 miliardi di euro, centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro e una società realmente basata sulla conoscenza".
La soluzione
L'azione in corso riguarda la piattaforma di traduzione automatica all'interno del programma europeo "Connecting Europe Facility" (Cef.at), sviluppata per facilitare la comunicazione multilingue e disponibile gratuitamente per tutti i servizi pubblici europei. La tecnologia alla base di Cef.at è rappresentata da un sistema di traduzione automatica di tipo statistico, che "impara" come tradurre un testo a partire da vaste collezioni di traduzioni esistenti.
"Il sistema è stato addestrato inizialmente sulle traduzioni della legislazione europea. Ciò lo rende non sempre in grado di soddisfare le esigenze dei servizi pubblici nazionali, e pertanto oggi la sfida consiste nella sua specializzazione in funzione delle peculiarità del linguaggio delle pubbliche amministrazioni nazionali ed europee", dice Montemagni.
"Tale obiettivo è perseguito nell'ambito della 'European Language Resources Coordination' (Elrc): uno sforzo senza precedenti di raccolta dati testuali e linguistici (mono- e bilingui), raccolti da istituzioni nazionali, come ministeri, governi, amministrazioni pubbliche e organizzazioni non governative."
"In questo modo, Elrc contribuirà non solo a colmare il divario tra i servizi di traduzione automatica attualmente offerti dalla Commissione Europea, e le esigenze dei servizi pubblici di tutta Europa, ma anche alla sopravvivenza delle lingue nazionali europee".
Elrc sta organizzando una serie di seminari nei Paesi partecipanti, per comprendere le esigenze delle amministrazioni in materia di traduzione automatica, effettuare una ricognizione e raccolta di dati relativi alla lingua italiana e discutere di eventuali problemi tecnici e giuridici. L'evento italiano si terrà a Roma, ad inizio 2016, a cura dell'Ilc-Cnr.
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