Ricercatori dell'Issia-Cnr in missione alle Isole Svalbard, in Norvegia, per studiare i cambiamenti climatici, l'inquinamento ambientale e gli ecosistemi polari, mediante l'utilizzo di droni.
Per Harald Olsen |
I ricercatori studieranno lo scambio di calore tra mare e ghiaccio, per ottenere informazioni e immagini mai raccolte prima. L'obiettivo è comprendere e prevedere i cambiamenti climatici in modo sempre più accurato. Il team si servirà di droni per ovviare al rischio di lavorare in prossimità dei tre ghiacciai, dove il dislocamento di grandi pezzi di ghiaccio è una possibilità tutt'altro che remota.
"Shark è il piccolo robot marino autonomo semi-sommergibile che effettuerà le misurazioni dei parametri ambientali ed i campionamenti di acqua", spiega Massimo Caccia, direttore dell'Issia-Cnr.
"È interamente progettato e sviluppato dalla nostra unità operativa di Genova, dotato di bussola e GPS, sistema di controllo automatico, radio per l'invio dei comandi e la ricezione di immagini e telemetria, raccoglierà dati sull'interfaccia aria-mare-ghiaccio".
Il drone è un concentrato di alta tecnologia. "L'equipaggiamento prevede sensori aggiuntivi", chiarisce il responsabile della missione, Gabriele Bruzzone. "Un pirometro consentirà di misurare la temperatura superficiale dell'acqua, la sonda multi-parametrica di acquisire i valori di conduttività dell'acqua, temperatura, pH, redox e ossigeno disciolto, un ecoscandaglio mapperà la batimetria del fondale".
Visti i piccoli iceberg che potrebbero ostacolarne la navigazione, Shark sarà assistito da un drone volante ad otto eliche, dotato di foto e videocamera, con le quali potrà anche riprendere il fronte del ghiacciaio.
La missione scientifica è condotta nell'ambito del progetto di ricerca Uvass (Unmanned vehicles for autonomous sensing and sampling), approvato dallo "Svalbard Science Forum" per lo sviluppo di veicoli senza equipaggio, per studiare le interfacce aria-mare-ghiaccio.
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