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Aboliamo il termine "razza" dalla nostra Costituzione

L'appello è stato lanciato qualche mese fa, dagli antropologi Gianfranco Biondi e Olga Rickards: il termine "razza" non ha alcun valore scientifico.

L'articolo 3 della Costituzione italiana dice: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".

La prima pagina tratta da uno dei tre originali della Costituzione italiana ora custodito nell'Archivio Storico della Presidenza della Repubblica
Presidenza della Repubblica
Sicuramente, si tratta di un invito a lottare contro ogni discriminazione; un problema sempre molto attuale. La scelta del termine razza era giustificata nel 1947, anno in cui la Costituzione entrò in vigore. Ma adesso? Non pensate sia arrivato il momento di cambiarlo?

Alcuni di voi, forse, staranno pensando: cambierebbe davvero qualcosa la modifica di una sola parola? È quello che ho pensato anch'io e, ovviamente, l'abolizione non sarà la panacea contro tutti i mali. Ma non bisogna neanche sottovalutare la valenza simbolica del gesto, e l'importanza di fare piazza pulita di tutte quelle giustificazioni pseudo-scientifiche che, troppo spesso, coprono i pregiudizi.

La proposta
I due antropologi, Gianfranco Biondi e Olga Rickards, propongono di modificare l'articolo in questo modo: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di aspetto fisico e tradizioni culturali, di genere, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. La Repubblica non riconosce l'esistenza di presunte razze umane e combatte ogni forma di razzismo e xenofobia".

Ormai, viviamo in società così variegate, che diventa sempre più importante contrastare qualsiasi forma di intolleranza. Voi che ne pensate? Se volete sottoscrivere la proposta, potete farlo sul sito della rivista Le Scienze.

Il concetto di razza di razza non ha basi scientifiche
Il concetto di razza è sbagliato, sia per descrivere la diversità genetica umana, che per descrivere la diversità culturale. È illusorio sperare di incasellare la diversità umana, peraltro molto ridotta, usando poche e semplici etichette. Proprio l'Italia, culla di una preziosissima diversità genetica, ne è la dimostrazione.

Inoltre, quei tratti come il colore della pelle, sono il risultato di adattamenti all'ambiente, che avvengono a livello dei geni. Perciò, non c'è nessuna relazione con le capacità cognitive, con i comportamenti sociali o con le qualità morali. Le differenze riflettono, semplicemente, culture diverse.


Ho utilizzato come fonte "C'è ancora posto per le razze umane nella Costituzione italiana?" di Giovanni Destro Bisol e Maria Enrica Danubio.

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