Passa ai contenuti principali

Biorestauro: una tecnologia tutta italiana

Restaurare le opere d'arte utilizzando batteri. È il biorestauro, una tecnologia italiana perfezionata dall'ENEA, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile.

I Giardini Vaticani, su cui sarà effettuato il biorestauro
http://www.enea.it/it
Questo metodo di pulitura utilizza microrganismi, capaci di rimuovere depositi di vario tipo. Con molti vantaggi rispetto alle sostanze chimiche utilizzate di solito:
  • selettività dell'intervento
  • sicurezza per l'opera d'arte
  • non tossicità per i restauratori
  • ridotto impatto ambientale
  • basso costo
Batteri e funghi sono portati in laboratorio. Qui vengono isolati, per poi utilizzarli negli interventi di restauro. Finora, il laboratorio dell'ENEA ne ha selezionati ben 500 ceppi, un vero e proprio esercito di "micro-restauratori".

I tanti tipi diversi di batteri selezionati permettono di effettuare interventi su misura, a seconda dei materiali da cui è composta l'opera: dipinti, affreschi, carta, pergamena, marmo o legno. Ma anche a seconda delle sostanze da rimuovere nella pulitura: colle animali e sintetiche, resine, oli, idrocarburi, gessi o carbonati.

La ricerca scientifica ha individuato nei microrganismi  formidabili alleati per un nuovo strumento, utilizzabile per la tutela e la conservazione del patrimonio artistico. L’idea dalla quale siamo partiti è stata di trasformare in risorsa un problema, ovvero sfruttare le capacità metaboliche dei microrganismi che vivono in aree degradate di interesse archeologico, per intervenire sugli stessi manufatti artistici bisognosi di restauro”, spiega Anna Rosa Sprocati, coordinatrice del laboratorio ENEA di "Microbiologia Ambientale e Biotecnologie Microbiche".

La tecnica del biorestauro è già stata applicata con successo in molte occasioni. Dagli affreschi del Palazzo dei Papi di Avignone, a quelli della Casina Farnese sul Palatino (Roma). Dai Musei Vaticani alla Galleria Nazionale di Arte Moderna. E presto i batteri saranno all'opera per ripulire le fontane e le statue dei Giardini Vaticani.

Commenti

I post più letti dell'ultimo mese

Ciro e Antonio: dinosauri italiani

Ciro e Antonio sono fossili di dinosauro famosi nel mondo, ma praticamente sconosciuti nel nostro Paese. Ve li voglio presentare . Ciro è stato il primo dinosauro in assoluto ad essere scoperto in Italia, a Pietraroja (Benevento) nel 1980. Lo scopritore, Giovanni Todesco , era un appassionato di fossili che scambiò il piccolo dinosauro per una semplice lucertola e per questo motivo conservò l'esemplare in casa sua per anni. Nel 1993, dopo aver visto il film "Jurassic Park", decise di mostrare il fossile al paleontologo Giorgio Teruzzi, che lo riconobbe per quello che era: un piccolo di dinosauro.   (la foto è di proprietà di Scienza in Rete ) Nel 1998 venne riconosciuto come uno dei fossili più importanti nella storia della paleontologia . Il fossile, infatti, è fra i più completi che esistano ed è il primo a presentare organi interni e tessuti molli in uno straordinario stato di conservazione .

Ambiente: alcuni organismi si stanno adattando ai cambiamenti climatici del Mediterraneo

Una ricerca, pubblicata sulla rivista "Royal Society Open Science", rivela che alcuni organismi marini saranno in grado di attrezzarsi per sopravvivere alle alterazioni climatiche, in atto nel Mediterraneo. http://commons.wikimedia.org/wiki/User:Otrebor81~commonswiki Ci sono alcuni organismi che vivono ancorati al fondale marino, e, quindi, non possono sottrarsi agli effetti dell' acidificazione degli oceani e del riscaldamento dell'acqua di mare . Organismi come il briozoo Calpensia nobilis : un invertebrato marino, con uno scheletro esterno formato da carbonato di calcio, che vive in colonie. Proprio su di esso è stato condotto l'esperimento di cui si parla nell' articolo . La ricerca è firmata da Chiara Lombardi e Silvia Cocito , del Centro Ricerche Ambiente Marino Santa Teresa dell'ENEA , da Maria Cristina Gambi , della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli , e da Paul D. Taylor , del Natural History Museum di Londra .

Inquinamento dal Sahara

L'Isac-Cnr ha sviluppato, nell'ambito del progetto "Diapason", un software per calcolare il carico di PM 10 di origine sahariana, le polveri inquinanti che investono continuamente la nostra penisola. Immagine di pubblico dominio L'Europa è regolarmente raggiunta da aria proveniente dal Sahara , che porta con sé le frazioni più fini delle sabbie desertiche. E l'Italia si trova al centro di queste correnti , che portano ondate di calore e le cosiddette " piogge rosse ". Proprio quest'ultime spesso concorrono al superamento dei limiti di legge , sanzionati dall'Europa, per il PM 10 : l'insieme di polveri inquinanti di diametro inferiore a 10 micrometri, quindi facilmente inalabili . "È scientificamente dimostrato che l'inalazione di queste particelle è associata ad un aumento della mortalità e ad effetti negativi sulla salute " , ricorda Gian Paolo Gobbi , dell' Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima d...

L'influenza dell'uomo sul clima? Forse risale a 3 mila anni fa

Le prove sono nei ghiacci della Groenlandia, esaminati da scienziati dell'Idpa-Cnr e dell'Università Ca' Foscari. Lo studio fa parte dei progetti europei "Early Human Impact" e "Past 4 Future". Immagine di pubblico dominio L'uomo potrebbe aver alterato il clima ben prima della Rivoluzione Industriale : con gli incendi innescati 3 mila anni fa nelle foreste europee, per fare spazio ad insediamenti e campi . A ipotizzarlo è uno studio dell' Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali del Cnr ( Idpa-Cnr ), e dell' Università Ca' Foscari di Venezia. La ricerca è avvenuta sui ghiacci della Groenlandia , dei veri e propri archivi della storia climatica della Terra . Sono stati analizzati nella " clean room " di Ca' Foscari, un laboratorio la cui caratteristica principale è la presenza di aria molto pura , vale a dire con un bassissimo contenuto di microparticelle di polvere.

Atlas: la straordinaria impresa del primo elicottero a propulsione umana

Gli esperti dicevano che era impossibile. Due giovani ingegneri hanno dimostrato il contrario, vincendo anche 250 mila dollari Nel giugno 2013 , Todd Reichert e Cameron Robertson , due ingegneri dell' Università di Toronto , sono riusciti a vincere l' AHS Sikorsky Prize , con un volo da record effettuato sul loro velivolo, Atlas . Le immagini della loro impresa sono emozionanti:                        Il Sikorsky Prize è nato nel 1980 : l'American Helicopter Society, ora AHS International , aveva offerto la somma di 250 mila dollari a chiunque fosse riuscito nell'impresa. Ma qual è questa impresa? Semplice: costruire un elicottero a propulsione umana , in grado di mantenersi in volo stazionario a tre metri di altezza, per almeno 60 secondi . Dati i numerosi tentativi, e gli altrettanto numerosi fallimenti , era ormai ritenuta una cosa impossibile . Finché non sono arrivati Reichert e Roberts...