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Pesce contro Cina: chi vincerà?

Da una parte c'è l'insaziabile fame di pesce della Cina. Dall'altra, gli oceani del pianeta che si stanno svuotando. Forse c'è un modo per far vincere entrambi.

Immagine di pubblico dominio
La Cina è affamata di pesce. Con il miglioramento della qualità della vita nel paese, la richiesta è aumentata vertiginosamente. I cittadini cinesi consumano una quantità di pesce dieci volte superiore a quella di tutte le altre nazioni messe insieme. E la domanda continua ad aumentare.

Ma la Cina è anche il più grande produttore mondiale di pesce. Al momento, qualcosa come 700mila pescherecci cinesi pattugliano le acque del globo terrestre, trascinando enormi gabbie lungo il fondo oceanico, e trainando reti grandi come campi da calcio.

C'è il serio pericolo che gli oceani si possano esaurire prima di essere in grado di ripopolarsi. Al momento, l'unica speranza di salvarli, e contemporaneamente sfamare la Cina, sembra essere quella di reinventare l'acquacoltura cinese: trasformare i vecchi metodi altamente inquinanti, in una forma di produzione ittica ecosostenibile.

Questo vorrà dire anche cambiare radicalmente il punto di vista cinese riguardo alla salute dell'ecosistema: quello che per noi è un lago inquinato, per la maggior parte dei cinesi è un modo efficiente di produrre cibo.

Allevamenti di mare
A Zhangzidao si sta sperimentando un tipo di allevamento ittico, o di "ranch oceanico", che mira a gestire l'oceano come una fattoria. Usano un modello chiamato IMTA, Integrated MultiTrophic Aquaculture, o acquacoltura multitrofica integrata. L'idea di fondo è che più specie possono riciclare gli escrementi (o "nutrienti") l'una dell'altra, riducendo l'inquinamento delle acque.

In genere, il metodo assume la forma di più serie di gabbie adiacenti, dove gli occupanti di ognuna forniscono i nutrienti a quelli di un'altra. Il progetto IMTA più noto è quello della baia canadese di Fundy, che usa gabbie allineate lungo la corrente, per passare i nutrienti dai salmoni ai bivalvi e alle alghe commestibili.

Invece, a Zhangzidao l'approccio è completamente diverso: sono le varie isole a svolgere la funzione delle gabbie. Per capirci: l'operazione della Baia di Fundy copre alcuni ettari, e include nove zattere galleggianti; la coltivazione oceanica di Zhangzidao è grande quattro volte Chicago.

La baia di Fundy produce, ogni anno, circa 200 tonnellate di alghe commestibili e 300-400 tonnellate di mitili. A Zhangzidao si producono 60mila tonnellate di alghe commestibili, 200 tonnellate di ricci di mare, 700 tonnellate di lumache, 2000 tonnellate di abalone (un mollusco) e 50mila tonnellate di capesante.

Zhangzidao è impressionante per le dimensioni e l'efficienza, ma non è certo perfetta. Circa metà della fattoria è troppo profonda per la raccolta a mano, e quindi i pescatori usano ancora le reti a strascico. Inoltre, i prodotti che escono da qui sono molto cari.

Carpe, illustrazione
Immagine di pubblico dominio
Allevamenti d'acqua dolce
Ma per tenere a freno l'impatto della Cina sul mare, prima di tutto sarà necessario restituire fiducia negli allevamenti d'acqua dolce, dopo i recenti scandali relativi al loro inquinamento. Ed è ciò che sta tentando di fare una rete di ricercatori disseminati nelle aree più importanti per la piscicoltura.

Il problema deriva, in parte, dall'inquinamento, ma la causa è anche la stessa acquacoltura. In Cina è molto diffusa la carpa, un pesce che cresce rapidamente e si nutre di tutto. Le carpe espellono escrementi ricchi di azoto che, insieme ai mangimi per i pesci, nutrono le alghe. Queste ultime rubano la luce alle piante in grado di produrre ossigeno, finché quasi nulla può vivere eccetto le carpe e le alghe.

Oggi le gabbie non esistono più, perché i piscicoltori gestiscono l'intero lago come una sorta di gabbia. Anche le carpe sono quasi tutte sparite: gli allevatori si stanno concentrando su pesci che valgono di più e inquinano meno, come i granchi e il pesce mandarino. E lungo le rive hanno aggiunto piante che riportano ossigeno nell'acqua.

Diversi grandi laghi naturali stanno venendo riabilitati in questo modo, ma sono ancora sovrastati dalle migliaia di piccoli stagni disseminati nella campagna. Sono questi stagni a conduzione familiare a nutrire realmente la nazione. Mantenere l'acqua pulita e i pesci in salute in attività così piccole è una sfida, perciò gli scienziati stanno ideando metodi a bassa tecnologia.

Un esempio sono le isole galleggianti traboccanti di Ipomea aquatica (spinaci d'acqua). Sembra di vedere delle gigantesche fioriere galleggianti. Poche di queste fioriere sono sufficienti per migliorare la qualità dell'acqua e abbassare il livello di ammoniaca, che se è troppo alto uccide i pesci.

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